APRIRE UN RISTORANTE O UN’ATTIVITA’ DI GENERI ALIMENTARI: ECCO GLI OBIETTIVI IMPRENDITORIALI DEI MIGRANTI CHE HANNO SCELTO F.A.S.I. PER METTERSI IN PROPRIO
Data:
29 Dicembre 2020
Su un totale di 93 migranti che hanno portato a termine con successo il pacchetto di accompagnamento all’autoimprenditorialità, il 33% punta a realizzarsi nel settore della ristorazione, il 25% sceglie il commercio al dettaglio, ma sempre con la preferenza per il settore alimentare. Il 4% è interessato al settore agroalimentare con l’idea di metter su un microcaseificio. Il 16% vorrebbe dedicarsi ai servizi alla persona, in particolare alla famiglia.
Ristoratori o titolari di un’attività di generi alimentari o di un punto vendita dedicato all’agroalimentare e, perché no, magari anche di un microcaseificio. Negli obiettivi dei migranti che seguono lo specifico percorso di mentorship indicato da F.A.S.I. c’è la volontà di mettersi in proprio e di diventare microimprenditori, ma dedicandosi sempre ad un’attività nel campo della ristorazione e del settore alimentare. Un sogno, una preferenza netta rilevata dagli ultimi dati elaborati dagli esperti del Progetto F.A.S.I., una tendenza emersa dai primi business plan consegnati ai migranti che hanno completato il pacchetto di accompagnamento all’autoimprenditorialità F.A.S.I.
Una “fotografia” che inquadra non solo gusti e preferenze, ma anche la precisa idea dei migranti inseriti nel Progetto F.A. S. I. – Progetto ENM che ha raggiunto alla data del 21 dicembre il numero di 6196 profilati e che registra un costante aumento di profilazioni di immigrati regolarmente presenti sul territorio delle Regioni target – di intraprendere con determinazione il percorso per l’autoimprenditorialità.
Formarsi, apprendere, sperimentarsi fino a realizzare la finalità di essere imprenditori dopo aver concluso lo specifico percorso che conduce al vero e proprio pacchetto all’autoimprenditorialità attraverso la consegna del business plan per poi investire sulla ristorazione, sul commercio al dettaglio del settore alimentare, sui servizi alla persona, sull’edilizia e l’impiantistica. Vediamo nel dettaglio i risultati emersi dalla ricerca.
Su un totale di 93 migranti formati e accompagnati, il 33% punta a realizzarsi nel settore della ristorazione. Di questo 33%, oltre la metà, (il 55%), vuole infatti aprire un ristorante, la restante parte invece è interessata all’apertura di un bar (il 13%), una pasticceria (il 13%), una pizzeria da asporto ( il 16%). Tra coloro che puntano sulla ristorazione c’è anche una donna che vorrebbe svolgere l’attività di cuoca a domicilio.
Sui 93 migranti formati, il 25% sceglie il commercio al dettaglio, ma sempre con forte orientamento alla vendita dei generi alimentari, sia attraverso la commercializzazione di prodotti alimentari di origine estera (alimentare etnico, 30%), sia attraverso i negozi alimentari generici (13%) o puntando ancora al commercio al dettaglio ambulante (ambulante alimentare 9%). La restante parte dei migranti che vogliono inserirsi nel settore del commercio al dettaglio sceglie i negozi di abbigliamento per il 30%, mentre il 9% sceglie la bigiotteria e un altro 9% la profumeria.
Su 93 migranti il 4% è interessato al settore agroalimentare, in particolare alla realizzazione di un microcaseificio.
Su 93 migranti formati, il 16% vorrebbe dedicarsi ai servizi alla persona, in particolare in attività di supporto e sostegno alle famiglie.
Il settore dell’edilizia e impiantistica ricopre, ad oggi, il 9% sulle scelte dei 93 migranti ed è così distribuito: 37% elettricista, 50% piastrellista, 13% elettricista.
Una percentuale residuale (5%) sceglie l’artigianato, il 4% il benessere, il 3% i servizi turistici.
Solo una persona sceglie i servizi alle imprese, in particolare quelli dedicati all’assistenza informatica.
Ultimo aggiornamento
29 Dicembre 2020, 15:52